GRAZIE RINO, GRAZIE CORRIERE!

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INES TABUSSO
00giovedì 2 febbraio 2006 14:24
PER I NON MILANESI: RINO E' RINO SANNA, IL SIGNORE CHE LUNEDI' SERA, ALLA CAMERA DEL LAVORO, ALLA PRESENTAZIONE DI "INCIUCIO", HA CHIESTO A PAOLO MIELI PERCHE' IL CORRIERE DELLA SERA NON PARLASSE MAI DELLA RACCOLTA DI FIRME PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
PIERO RICCA, IN UN SUO ARTICOLO, HA SCRITTO CHE, MENTRE MIELI IN PUBBLICO NON AVEVA RISPOSTO, A DIBATTITO CONCLUSO HA RIVELATO DI NON ESSERE A CONOSCENZA DELLA CAMPAGNA NAZIONALE DI RACCOLTA FIRME PER IL REFERENDUM.
OGGI UNA BELLA SORPRESA: IL CORRIERE DEDICA UN PEZZO AL REFERENDUM ANTI DEVOLUTION.
PER FAVORE, RICORDATEVI DI FIRMARE: NON RIMANGONO PIU' MOLTI GIORNI A DISPOSIZIONE.
E RICORDATE CHE SI TRATTA DI UN REFERENDUM CONFERMATIVO PER LA CUI VALIDITA' NON E' RICHIESTO IL QUORUM (L'art.138 della costituzione dice che se una legge di modifica costituzionale non è approvata da entrambi i rami del parlamento con la maggioranza dei due terzi, questa può essere sottoposta a referendum popolare confermativo entro 3 mesi dall'ultima approvazione. La richiesta può essere fatta da un quinto dei membri di una Camera, o cinquemila elettori, o cinque consigli regionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati e per la sua validità non sono richiesti quorum costitutivi o deliberativi pertanto la votazione sarà valida indipendentemente dal numero di persone che decideranno di esercitare il diritto di voto).


PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO, DOMANI E' PREVISTO UN INCONTRO A MONZA:
"Le riforme costituzionali"
Dibattito con il Prof. Valerio Onida
Sala della Cultura, via Longhi 3 - Monza
venerdì 3 febbraio 2006 alle ore 20.45
www.arengario.net/agen/agen404.html




ECCO L'ARTICOLO DEL CORRIERE:

CORRIERE DELLA SERA
2 febbraio 2006
SCALFARO TESTIMONIAL
Referendum anti devolution: firmano anche Eco e Aulenti

ROMA - «Si tratta di un vero e proprio sabotaggio», protesta il senatore diessino Franco Bassanini. Oggi salirà al Colle insieme al comitato promotore del referendum sulla riforma costituzionale - guidato da Oscar Luigi Scalfaro - per denunciare a Ciampi il silenzio di radio e reti tv sulla raccolta di firme per chiedere il referendum per cancellare la devolution, da poco approvata dal centrodestra. Ieri un nutrito gruppo di costituzionalisti guidati da Leopoldo Elia e Valerio Onida aveva diffuso un appello per chiedere ai responsabili dei media di «rimediare almeno in questi ultimi giorni a questa inammissibile violazione delle regole che garantiscono l’esercizio della sovranità popolare». I tempi per la raccolta delle firme, ne servono 500 mila, sono ormai contati: entro il 17 febbraio gli elenchi dovranno essere autenticati e presentati alla Cassazione. Al comitato «Salviamo la Costituzione» (sito Internet: www.salviamolacostituzione.it ) sono ottimisti anche se i pacchi di firme arrivano a rilento e la neve dello scorso weekend ha rallentato la tabella di marcia e sarà dunque il prossimo fine settimana l’ultimo tour de force dei «militanti» della Costituzione, per permettere poi ai Comuni di autenticare le firme e di spedirle in tempo in Cassazione. Il referendum - per il quale non è necessario il quorum - si farà comunque, probabilmente a giugno: la data verrà decisa dal governo una volta avuto il via libera della Cassazione. La Costituzione prevede infatti che oltre ai cittadini possano essere un quinto dei componenti di una Camera o cinque Consigli regionali a chiedere il referendum se la riforma è approvata a maggioranza semplice. E il centrosinistra non si è fatto attendere: lo hanno già chiesto i parlamentari dell’opposizione il mese scorso e oltre tredici Consigli regionali (di centrosinistra). Ma il coordinamento per il referendum vuole mobilitare i cittadini nella sua battaglia: del resto la rete di comitati di «Salviamo la Costituzione» è attiva già da un anno e comprende anche i sindacati, le associazioni come Acli e Arci e una fetta di società civile. Un particolare non secondario poi si nasconde nei dettagli della legge: il finanziamento pubblico della campagna - all’incirca 500 mila euro - scatta solo se a richiedere la consultazione sono i cittadini.
Anche i leader del centrosinistra e del sindacato continuano la processione ai banchetti: dopo Guglielmo Epifani, Clemente Mastella, Piero Fassino, Fausto Bertinotti e Francesco Rutelli, anche Romano Prodi ha messo la sua firma sotto la richiesta di convocazione del referendum. Lunghissimo l’elenco anche degli amministratori locali: da Walter Veltroni a Sergio Cofferati, da Antonio Bassolino a Nichi Vendola. Ma a raccogliere l’appello sono stati anche in molti nel mondo dello spettacolo e della cultura: gli ultimi due firmatari eccellenti sono stati l’architetto Gae Aulenti e il semiologo Umberto Eco.

G. Fre.
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