Il segreto della poesia
Se per noi lettori i materiali linguistici, strutturati nel testo, costituiscono lo strumento per validare (o anche per invalidare!) l’ipotesi inizialmente formulata circa il contenuto della composizione, per il poeta-scrittore, che li manipola tecnicamente per comporli in un armonico mosaico, essi rappresentano la “materia” su cui operare perché prendano vita nuovi contenuti e inediti significati, come dagli inanimati blocchi marmorei sono “usciti” il Mosé e il David di Michelangelo...
È il segreto della poesia, o del testo artistico, in cui la lingua, a tutti i suoi livelli (lessicale, sintattico, fonico...), assume una assoluta autonomia rispetto al mondo delle “cose”: le “parole” infatti cessano di sostituire le cose (Jakobson) per dar vita a nuovi significati. Si dice anche che la lingua poetica diventa “lingua altra” o “grande metafora”, che crea “il proprio mondo”, “un mondo altro” o “un’altra verità” (Pomilio, Luzi...).
Per verificare questo straordinario «potere della parola» (Barberi Squarotti) ci affidiamo all’Infinito di Leopardi, che ci consente di passare successivamente al confronto fra il testo dell’idillio e La preghiera alla Vergine, a cui ci preme ritornare.
In apertura della composizione ricorrono due termini palesemente referenziali: quest’ermo colle e questa siepe, il cui valore denotativo si perde via via che si procede nella lettura del testo, per assumere il significato “altro” di una immaginaria linea di confine fra “il finito” e “l’infinito”, oltre la quale il poeta “si finge” sovrumani / silenzi, e profondissima quiete.
Al “finito” dell’incipit si contrappone l’esplicito richiamo all’infinito silenzio del verso 10, che ritorna nella metafora della distesa del mare, con cui si chiude l’idillio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. Tutto lo svolgimento si può così contenere negli estremi dell’apertura e della chiusura: da quest’ermo colle e questa siepe a questo mare, nella risignificazione “altra” che essi assumono: dal “finito” all’“infinito”.
__w lory del santo______________